L’Islanda è un piccolo mercato, con la maggior parte della popolazione si gravita nei dintorni della capitale Reykjavik, che presenta un’economia forte e un’industria turistica che dipende notevolmente dalle importazioni, soprattutto nei settori alimentare e delle bevande. Con un valore all’importazione di 81,57 milioni di dollari per le bevande e un PIL di 25,96 miliardi di dollari nel 2019, il mercato islandese è meritevole di essere preso in considerazione dagli esportatori di bevande alcoliche che stanno cercando di espandersi nell’Europa settentrionale.
Un periodo di proibizionismo
La storia dell’Islanda con l’alcol è alquanto interessante, in quanto il Paese ha attraversato un periodo di proibizionismo che entrò in vigore nel 1915 ed è durato, in una certa qual misura, fino al 1° marzo 1989 (celebrato come “Beer Day” ossia Giornata della Birra).
Il divieto inizialmente proibiva tutto l’alcol, ma dal 1922 l’Islanda ha legalizzato il vino e pochi anni dopo, nel 1935, ha anche legalizzato tutte le altre bevande alcoliche con l’unica eccezione della birra con oltre il 2,25% di tasso alcolico.
Il proibizionismo del Paese aveva profonde radici politiche. Nel caso della birra, per esempio, il divieto venne alimentato dalla lotta dell’Islanda per l’indipendenza dalla Danimarca, un Paese che gli islandesi hanno fortemente associato alla birra. Più tardi, il divieto venne mantenuto per motivi più pratici, poiché i funzionari pensavano che il basso prezzo della birra, rispetto alle altre bevande, avrebbe portato ad un elevato consumo che avrebbe poi alimentato l’alcolismo.
Monopoli sull’Alcol
Come altri Paesi dove ci sono lunghi inverni e un clima rigido, anche l’Islanda ha lottato per combattere l’alcolismo e, come altri, l’uso di un sistema di monopolio per la vendita di alcolici era l’opzione da seguire. Nel Paese, tutte le bevande con una percentuale di alcol superiore al 2,25% vengono vendute attraverso il monopolio di stato Vànbudin /ATVR. L’ATVR gestisce la catena Vànbudin che, con 51 negozi nazionali, opera come unico rivenditore di alcolici in Islanda.
Le vendite tramite il monopolio rappresentano oltre il 70 per cento delle vendite totali e sono tra le più tassate in Europa. Le imposte sull’alcol sono imposte dal volume di alcol. Per esempio, una bottiglia di Dom Perignon Brut che viene venduta attraverso il Systembolaget svedese a circa 138 Euro in Islanda venderà a 168,5 Euro.
Le vendite rimanenti in Islanda sono generate tramite punti vendita di ristorazione o tramite negozi duty-free. Quest’ultimi sono molto popolari tra gli islandesi per motivi economici. Bar, ristoranti e hotel possono vendere bevande alcoliche solo se hanno una licenza per gli alcolici.
Per di più, la pubblicità di tutte le bevande alcoliche oltre il 2,25 per cento di alcol in volume è vietata dall’Alcohol Act.
Tuttavia, le cose potrebbero cambiare e, nonostante il sostegno al monopolio da parte di gran parte della popolazione, ci sono stati un paio di “balzelli sull’alcol” che hanno scatenato durissimi dibattiti nel Parlamento islandese di recente.
Un’ottima fonte di dati sui monopoli del Nord, tra cui prezzi, aliquote fiscali e reti di vendita, può essere trovata qui.
Vini
NEL 2019, le importazioni totali di vino in Islanda sono state pari a 23,3 milioni di euro e la maggior parte delle importazioni è giunta da Italia, Francia e Spagna, ma anche i vini provenienti da Libano, Cile e Stati Uniti hanno guadagnato una certa popolarità. I consumatori hanno una preferenza per i vini italiani e francesi soprattutto per via della loro percezione di alta qualità. Gli Stati Uniti, d’altra parte, hanno solo una quota di mercato del 2%.
I vini più popolari in Islanda sono il rosso e il rosé, con il vino rosso che raggiunge 1,9 milioni di litri di vendite. La domanda di vini bianchi è decisamente più bassa, in quanto rappresentano solo un terzo delle vendite.
Altre tendenze nei Paesi del Nord si vedono anche in Islanda. È in corso uno spostamento verso vini di alta qualità, vini biologici/bio e persino vini senza alcool.
L’Islanda e Reykjavík ha per di più una serie di eccellenti enoteche, con ampie liste di vini. Port 9, Klaustur e Krost sono alcuni di essi.
Birra
Al giorno d’oggi, la birra è la bevanda più popolare in Islanda e ha anche un giorno in cui si celebra: il “Beer Day”, il 1° marzo, giorno che segnò la fine del proibizionismo.
Tra il 1989 e il 2007, le vendite pro capite di liquori sono diminuite di quasi la metà, mentre le vendite pro capite di birra sono più che raddoppiate. Oltre il 60% del totale dell’alcol puro consumato dagli islandesi è adesso rappresentato dalla birra, il che è ancor più alto rispetto ad alcuni Paesi con forti tradizioni birraie. Le importazioni di birra a base di malto nel 2019 hanno raggiunto 8,15 milioni di euro.
Ironia della sorte, seppur l’Islanda abbia adesso un certo numero di birrerie, il Paese si basa ancora sulle importazioni e la Danimarca è un fornitore leader, in particolare di birra a base di malto, appena dopo il Belgio. Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica Ceca e Germania sono anche tra i principali esportatori di birra nella regione.
Super Alcolici
L’importazione degli alcolici islandesi ha raggiunto 7,2 milioni di euro nel 2019 e i primi 5 fornitori sono stati Regno Unito, Francia, Italia, Germania e Irlanda.
Il whisky è uno dei preferiti tra gli islandesi e gli importatori si prodigando al massimo per ottenere più whisky Kentucky sul mercato. Tra gli islandesi c’è stata anche una crescente domanda di diversi tipi di bourbon.
Tuttavia, il consumo delle bevande alcoliche più forti è in calo ed è stimato in circa 0,3 litri pro capite.
Tre importatori e distributori di vino, birra o alcolici provenienti dall’Islanda:
Globus Hf
Indirizzo: Skútuvogi 1f, Reykjavík
Telefono: 003545222500
Il sito web: http://www.globus.is/
Mekka Wines & Spirits
Indirizzo: Köllunarklettsvegi 2, Reykjavík
Telefono: 003545595600
Il sito web: https://www.mekka.is/
Alvin Nordic Associates Ehf
Indirizzo: Nethyl 2b, Reykjavík
Telefono: 003546947384
Il sito web: http://alvin.is/
I produttori interessati al mercato islandese possono trovare qui una banca dati con i migliori importatori di vino, birra e alcolici, distributori e dettaglianti.